Capanna tipica del periodo medievale |
Questi
cavalieri si costruivano una loro terra e ricevevano un piccolo castello,
solitamente di pietra, da poter gestire. I contadini della proprietà agricola
erano tenuti a prestare gratuitamente i loro servizi al castellano,
lavorando nei suoi campi. Il signore feudale e la sua famiglia vivevano in un
grande maniero in generale costruito in pietra, circondato da possenti torri,
ponti levatoi, una chiesa per le funzioni religiose e le scuderie. Per
riscaldare le abitazioni di solito c'era un piccolo focolare senza canna
fumaria, lontano dai muri per evitare il rischio di incendi. Di solito, quando
il castellano si ritirava per la notte, c'era un servitore che lo aiutava a svestirsi.
Dopo averlo aiutato, il servitore doveva chiudere le cortine intorno al letto, fare
un profondo inchino al signore e arretrare fino all'uscita della camera da
letto. Il castello era prima di tutto la
residenza di un signore feudale. Tra i privilegi del rango c'era talvolta il
grande lusso di avere una stanza privata che garantiva al castellano una certa
intimità con la sposa. I signori disponevano di enormi castelli affidando la
cura del maniero ad un balivo di fiducia che in loro assenza curava l'amministrazione
del castello e curava la giustizia. I nobili dovevano esercitarsi
continuamente alla guerra e la giostra nacque proprio come pratica
all'addestramento bellico, divisa in squadre. I cavalieri sconfitti
cedevano al vincitore cavallo e armatura in segno di rispetto. Nel Rinascimento
divennero di moda elmi da parata, spesso a forma di animale indossati spesso
durante i tornei. Nella casa del feudatario viveva la castellana impegnata
nelle cure domestiche e spettava a lei accogliere in modo adeguato gli
ospiti. Compito della donna era quello di provvedere alla prole e quindi alla
discendenza.
Le Città
del medioevo erano cinte da mura di pietra altissime che non avevano solo lo
scopo difensivo ma anche quello di ostentare il potere cittadino e comunale.
Mercanti e cavalieri erano obbligati ad accedere alla Città attraverso una
porta che veniva aperta e chiusa al tramonto. Al calar del sole infatti le
campane cittadine suonavano il coprifuoco e tutti gli abitanti dovevano
rincasare per via di criminali che giravano per le strade. Poiché le strade
delle città erano abbastanza strette e racchiuse da mura fortificate, le case
erano addossate una accanto all'altra. Per sfruttare lo spazio, i piani
superiori venivano costruiti in aggetto. Molte volte le case su due lati della
via arrivavano quasi a toccarsi, rendendo le strade buie e strette. Gli
abitanti delle Città e dei villaggi attendevano le festività religiose, come
Natale e Pasqua. Si lasciava il lavoro per partecipare alle festività, ai
banchetti e alle funzioni religiose. Nei giorni dedicati ai Santi si tenevano
grandi fiere, occasioni di incontro e di svago, allietate da musici e
cantastorie. Non era raro incontrare, in questi momenti, mendicanti e
prostitute in giro per le Città oppure giovani amanti che si incontravano nella
cattedrale per un momento di folle passione. Il calendimaggio era la festa più
famosa, insieme alla festa della mietitura a Ferragosto.
Alberto Errico
Alberto Errico